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Panebianco delira sul Corriere

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Messaggio  Lucia Dom Set 28, 2008 12:59 pm

Forse bisognerebbe scrivere una risposta a questo "destro" travestito da stimato professore universitario:

http://www.corriere.it/editoriali/08_settembre_28/editoriale_riformismo_bocciato_panebianco_c530a266-8d2b-11dd-90cc-00144f02aabc.shtml

DEMOCRATICI E CASO SCUOLA
Il riformismo bocciato

di Angelo Panebianco

Walter Veltroni, nell'eccellente discorso del Lingotto (27 giugno 2007)
con cui ufficializzò la sua candidatura a leader del Partito
democratico, e nei discorsi dei mesi successivi, mise a punto la carta
di identità di una moderna sinistra riformista proponendola al neonato
partito. Veltroni batteva allora con vigore su un tasto: il Partito
democratico avrebbe sviluppato una reale capacità di intercettare le
aspirazioni degli elettori e dei ceti sociali più dinamici e orientati
alla modernizzazione del Paese, solo se avesse abbandonato, su un ampio
arco di problemi, le posizioni conservatrici che avevano in passato
caratterizzato la sinistra. La visione articolata da Veltroni appariva
allora forte ed efficace ma restavano sospesi due interrogativi.
Sarebbe egli riuscito a imporre un così radicale cambiamento di
prospettiva a tanti militanti fino ad allora di diverso orientamento?
Sarebbe riuscito, soprattutto, a ottenere un riposizionamento e un
rinnovamento, culturale e di proposte, di quel sindacato (la Cgil in
primo luogo) il cui appoggio è necessario a un partito di sinistra
riformista? Non solo quel riposizionamento del sindacato non c'è stato
ma è lo stesso Partito democratico a reagire oggi alle difficoltà
suscitate dalla sconfitta ritornando sui propri passi, abbandonando la
strada del rinnovamento, ridando spazio a quelle posizioni
conservatrici che il Veltroni del Lingotto sembrava determinato a
combattere.

Il miglior test per sondare lo «spessore riformista » di un partito
italiano consiste nel valutare le posizioni che esso assume sulla
scuola. La scuola pubblica è come l'Alitalia: rovinata da decenni di
management interessato a garantirsi clientele e da un sindacalismo cui
si è consentito di cogestirla con gli scadenti risultati (in tema di
preparazione dei ragazzi) che i confronti internazionali ci assegnano.
Solo che nel caso della scuola pubblica non ci sono cordate di
imprenditori o compagnie straniere cui affidarla. Proprio nel caso
della scuola il Partito democratico sta fallendo il test sullo spessore
riformista. Perché ha scelto ancora una volta (come faceva il
Pci/Pds/Ds) di accodarsi acriticamente alle posizioni della Cgil, di un
sindacato che, in concorso con altri, porta pesanti responsabilità per
lo stato disastrato in cui versa la scuola, un sindacato interessato
solo alla difesa dello status quo (come è successo, del resto, nel caso
di Alitalia fin quando ha potuto). Prendiamo la questione del ritorno
al maestro unico deciso dal ministro Gelmini. Sembra diventato, per la
sinistra, sindacale e non, il simbolo del «vento controriformista» che
soffierebbe oggi sulla scuola. Al punto che, come è accaduto a Bologna,
si arriva persino a far sfilare i bambini contro il ministro (nel solco
di una tradizione italiana, antica e spiacevole, di uso dei bimbi per
fini politici). Si fa finta di dimenticare che la riforma della scuola
elementare del 1990, quella che abolì il maestro unico, fu un classico
prodotto del consociativismo politico-sindacale che caratterizzava
tanti aspetti della vita repubblicana. Nel caso della scuola funzionava
allora un'alleanza di fatto fra Dc, Pci e sindacati. L'abolizione del
maestro unico fu dettata esclusivamente da ragioni sindacali.

E' antipatico citarsi ma alla vigilia dell'approvazione della legge
scrissi su questo giornale: «Nonostante le nobili e altisonanti parole
con cui l'operazione viene giustificata la ratio è una soltanto:
bloccare qualsiasi ipotesi di ridimensionamento del personale
scolastico come conseguenza del calo demografico e anzi porre le
premesse per nuove, massicce, assunzioni di maestri. Non a caso sono
proprio i sindacati i più entusiasti sostenitori della riforma (...)
Questa classe politica ha sempre trattato così la scuola, incurante
delle esigenze didattiche ma attentissima a quelle sindacali» (Corriere
della Sera, 22 novembre 1989). Veltroni e il Partito democratico
dovrebbero spiegarsi: è quella cosa lì che, ancora una volta, vogliono
difendere? Per il futuro vedremo ma la verità è che, fino a questo
momento, il ministro Gelmini ha fatto pochi errori. I provvedimenti
fino ad ora adottati sono di buon senso e per lo più tesi ad arrestare
il degrado della scuola. Ma, anziché riconoscerlo e dare il proprio
contributo di idee e di proposte (come dovrebbe fare un vero partito
riformista, ancorché all'opposizione), il Partito democratico
preferisce ripercorrere l'antica strada: quella della «mobilitazione»,
della sponsorizzazione dei sindacati, anche quando questi difendono
posizioni indifendibili.

Non è casuale che proprio sulla scuola la Cgil si appresti a fare lo
«sciopero generale ». Difende un potere di cogestione che viene da
lontano e che ha contribuito a danneggiare assai la scuola (dove la
quasi totalità delle risorse se ne va in stipendi a insegnanti troppo
numerosi, mal pagati e mal selezionati). Un potere di cogestione che
fino ad oggi ha sempre potuto contare sulla complicità di governi e
opposizioni. Non è plausibile che nel Partito democratico siano tutti
felici di queste scelte (che danno un brutto colpo alla credibilità del
Pd come partito riformista). E infatti non è così. Ricordo un
intervento critico di Claudia Mancina (Il Riformista) sulle attuali
posizioni del Pd sulla scuola. O le parole per nulla critiche nei
confronti della Gelmini pronunciate (a proposito della polemica sull'
impreparazione di certi insegnanti meridionali) da uno che di scuola se
ne intende: l'ex ministro dell'Istruzione Luigi Berlinguer. Sarebbe
bene che anche molti altri, dentro il Partito democratico, venissero
allo scoperto. Ha senso continuare a trattare la scuola pubblica come
un «dominio riservato» del sindacalismo?

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Messaggio  StePv Dom Set 28, 2008 1:40 pm

che schifo.
ma non si può scrivere a sto cretino?
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Messaggio  ernesta Dom Set 28, 2008 1:41 pm

Sad Sad Sad Sad Sad Sad Sad Sad Sad Sad Sad Sad Sad Sad Sad
rimango allucinata
ma gli rispondiamo vero?
scriviamo qualcosa???
sennò questo lo invitano pure ad annozero a dire ste cose...
ernesta
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Messaggio  StePv Dom Set 28, 2008 1:51 pm

Scusa Lucia non avevo letto l'inizio del tuo post, io gli ho appena risposto, ma dubito che pubblicheranno la mia lettera.
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Messaggio  StePv Dom Set 28, 2008 1:52 pm

io direi che se ognuno di noi gli scrive due righe non è una cattiva idea...
ora posto l'articolo anche sul forum adpm così gli aizzo contro altre persone
StePv
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Messaggio  ernesta Dom Set 28, 2008 1:54 pm

già fatto ;-)
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Messaggio  Lucia Dom Set 28, 2008 3:17 pm

Ste, a quale indirizzo hai scritto? ora ho un impegno impellente: festa urlante di molti nanetti intorno ai due ani, ma quando torno gli scrivo anch'io.
Lu
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Messaggio  StePv Dom Set 28, 2008 3:36 pm

da questo link
http://www.corriere.it/editoriali/08_settembre_28/editoriale_riformismo_bocciato_panebianco_c530a266-8d2b-11dd-90cc-00144f02aabc.shtml
ho cliccato su Lettere al corriere, è l'unica cosa che ho trovato
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